in diretta da Taranto ...un sempre grande Marco Paolini nell'interpretazione del suo ultimo spettacolo
un pubblico .... un pò scarso a dire il vero ... ma chi c'era voleva proprio esserci visto che faceva freddissimo e pioveva
non erano al coperto ed erano tutti intirizzii nei loro giubbotti berretti e sotto mantelline anti pioggia
grande coraggio!!!
ma lo avrei fatto anch'io ...... perchè assistere ad uno spettacolo di Paolini è sempre una grande cosa
lo spettacolo:
scenografia ..... una distesa interminabile di container, a rappresentanza della nostra economia
i Miserabili di Hugo ..... gente povera che appartiene al rango più basso della società ..... prostitute gente caduta in miseria poveri accattoni
i Miserabili di Paolini ..... NOI
il suo spettacolo è il racconto di un'Italia .... dal dopo guerra ad oggi seguendo la strada dell'economia
dalla difficile risalita del dopo guerra alla crisi nera dell'ultimo anno
dalla ricerca di un pò di dignità di vita alla ricerca del più superfluo di oggi
dalla lotta per emergere da una vita di povertà economica ma ricca di morale, civiltà, condividisione fratellanza
alla lotta per emergere nella vita da benestante a più ..... alla ricerca del superfluo che non serve ma fa "ricco"
è una storia di un popolo che diventa ricco .... ma non gli basta mai
che scopre i soldi le carte di credito ..... le banche .... i mutui
i pagamenti a rate
"i xe debiti! .... no i xe debiti i xe rate!" un percorso che va da quando: riconosci i ricchi perchè sono quelli che hanno il riscldamento in casa
ad oggi: ... riconosci i ricchi perchè sono quelli che hanno il condizionatore in casa
è ricco quello che ha 5 televisori .... tanto sono solo rate da 29,90 € l'una
è ricco quello che ha 3 macchine e poi passa la vita fermo negli ingorghi
è ricco quello che per trascorrere il suo tempo libero va all'outlet
è ricco quello che a Natale pensa solo ai regali
è ricco quello che spende ...... anche se non ne ha spende
ma è un gran Miserabile
e siamo tutti Miserabili
perchè non ci conosciamo ...... perchè non parliamo .... perchè non abbiamo più idee nostre personali ..... perchè non ci accontentiamo di quello che abbiamo che è già tantissimo
perchè non sappiamo più godere del tempo trascorso con un amico a bere un caffè ma godiamo del tempo trascorso a chattare in rete
perchè non abbiamo più umiltà ...... ma soprattutto non abbiamo più Dignità
"il tempo è denaro!!!!"
"ma il denaro non è tempo!"
ecco ....... i Miserabili siamo tutti noi ....... come non dargli ragione?
chiudo riportando qui sotto il testo di uno dei brani cantati durante lo spettacolo
L'Italia
di Lorenzo Monguzzi e Marco Paolini
Quand’io l’ho conosciuta l’Italia era già donna
e di costituzione robusta sana e forte,
e più che lavorare direi che tribolava
poi, dato che era grassa, madonna se sudava.
Due bestie nella stalla e un coro di galline
a cui tirare il collo per farci stare bene,
per farci fare festa, l’Italia si inventava
storie favolose, chissà come faceva!
Se la portavi in giro, l’Italia maglia rosa,
montava dietro in macchina perché era rispettosa,
mezzo sedile a lei e mezzo a noi fratelli,
non proprio di Mameli, però abbastanza belli.
Si andava a cena fuori e lei mangiava tutto
che poi ci si poteva specchiare dentro al piatto,
poi con la pancia piena di scatto lei si alzava,
faceva un bell’inchino, l’Italia, e poi ballava.
Noi zitti e affascinati dal ritmo dei suoi passi,
ballava proprio bene, come spesso fanno i grassi,
l’Italia nel volteggio sbuffava e si impegnava,
sembrava che cascasse… ma si risollevava.
Quando l’ho conosciuta eravamo compaesani,
puzzava di miseria e aveva modi strani,
con quel vocione forte e un tuono di risata
contenta perché viva e in più sopravvissuta
a guerra e dopoguerra e guerra dopo ancora.
Di indole puttana e in abito da suora,
maestra di furbizia e un po’ voltagabbana,
però rispetto ad altre, più tenera ed umana.
Avevi gli occhi ardenti e un bel gesticolare,
il seno prominente e un’aria familiare,
un corpo molto goffo e un po’ fuori misura
tenuto assieme a stento coi punti di sutura
eppure ancora bella, magnetica, attraente,
una bellezza impudica, a volte sconveniente,
propensa e ben disposta ai vizi del piacere
l’Italia, non lo nego, sapeva anche godere.
Con il passar degli anni ci siam persi di vista:
le scrissi molte volte ma senza mai risposta,
mi dissero che si era messa in certi giri strani
e che si accompagnava con ladri e con ruffiani.
Poi ieri l’ho incontrata dentro a un supermercato,
l’Italia, col carrello al reparto surgelati,
talmente dimagrita che mi pareva un’altra,
gli zigomi rifatti e la frangetta corta.
Avrei voluto dirle che avevo nostalgia
dei tempi in cui godevo della sua compagnia,
che la trovavo bella, davvero seducente
e che, anche se lontano, ero pur sempre un suo parente.
Lei mi ha guardato come si guardano i bambini:
mi ha chiesto se sapevo dov’erano i grissini.
Vedendomi perplesso di scatto s’è voltata
e in men che non si dica l’Italia se n’è andata.
Italia, antico amore, hai perso l’allegria
e forse non ricordi l’antica cortesia,
ebbene si, lo ammetto, ci son rimasto male,
che diamine! Potevi almeno salutare!
Però, malgrado tutto, ti voglio ancora bene,
qualcosa di me stesso ancora ti appartiene.
Ti piace far la stronza e farmi disperare
ma so che un giorno o l’altro ti rivedrò ballare.
(musica Mercanti di Liquore)